Pecetto – Alpe Burky – Belvedere

Cartello Belvedere

Pecetto – Alpe Burky – Belvedere

Difficoltà: E (T fino all’Alpe Burky)
Tempo di percorrenza: 1:10 (0.30 h all’Alpe Burky).
Dislivello: 574 m (351 all’Alpe Burky)
Affollamento: Frequentato.
Segnavia: rosso-bianco-rosso, ben visibile lungo tutto l’itinerario.
Segnale del cellulare : Buono lungo tutto il percorso.
Acqua: Fontana all’Alpe Burky.
Punti di appoggio:
– Stazione Seggiovie +39 0324 65060 a Pecetto, al Burky e al Belvedere.
– Ristoro Paradiso +39 393 933 8769 https://www.ristoroparadiso.it/
– Agriturismo alpe Burki +39 338 165 7608
– Rifugio Wengwald Hutte +39 349 362 4403 https://www.wengwaldhutte.it/
– Rifugio dei Ghiacciai +39 348 392 1260

Collegamenti:
– Sentiero Naturlistico
– Sentiero Burki -Rosareccio – Zamboni (reportage QUI)
– Sentiero per Rifugio Zamboni – Lago delle Locce

Traccia GPS (scarica in formato KML o GPX):

L’itinerario, oltre ad essere una piacevole gita alla portata di tutti, costituisce il primo tratto della quasi totalità dei percorsi che abbracciano la testata della valle Anzasca, qui riassunti:

La vicina stazione di partenza della seggiovia, aperta praticamente tutto l’anno (informazioni al numero +39 0324 65060), offre una valida alternativa di avvicinamento per le gite più impegnative, inoltre dà la possibilità a persone con ridotta mobilità di portarsi a ridosso della maestosa parete Est del Monte Rosa e di raggiungere poi con pochi metri di cammino il ghiacciaio del Belvedere.

E’ possibile partire sia dalla stradina che sale in prossimità dei cartelli

sia dalla partenza della seggiovia, lungo quella che d’inverno diventa la pista da sci.

Salendo dalla stradina si costeggiano alcune ville tra i larici, e ben presto l’asfalto lascia il posto allo sterrato.

Dopo un primo bivio, al quale occorre tenere la sinistra:

si raggiunge la pista da sci, dalla quale, voltandosi verso sinistra, si vede il tratto del sentiero alternativo che sale dalla stazione di partenza della seggiovia.

Si prosegue sulla pista, passando con una doppia curva attraverso i muraglioni costruiti in passato per difendere il paese dalla minaccia di inondazioni.

In breve si supera un primo torrente,

e si sale seguendo la pista che si snoda nel bosco di larici.

Superato un tratto più ripido, il bosco lascia lo spazio agli ampi pascoli dell’Alpe Burky, e la vista può spaziare indisturbata sulle vette che compongono la maestosa testata della Valle Anzasca.

Sulla sinistra, prima del ponte sull’Anza, parte il sentiero Naturalistico, stupendo percorso che raggiunge il Belvedere inerpicandosi sul lato destro della valle, per poi costeggiare in quota le balze erbose che sovrastano il ramo destro del ghiacciaio, passare dall’Alpe Roffelstaffel, ed attraversare il ghiacciaio all’altezza dell’alpe Fillar.

Foto F. D’Adda

Proseguendo invece a sinistra, si attraversa il fiume e si riprende a salire tra i pascoli dell’Alpe.

Giunti in prossimità della stazione intermedia della seggiovia, sulla sinistra si notano i cartelli che indicano la partenza del sentiero per l’Alpe Rosareccio (reportage QUI), che costituisce un’ottima alternativa per chi vuole giungere al Rifugio Zamboni mediante un giro ad anello:

foto F. D’Adda

Dopo pochi metri si raggiunge la stazione intermedia della seggiovia ed il Rifugio Paradiso

Una stradina pianeggiante porta alle baite dell’alpe Burky vera e propria, e all’omonimo Agriturismo:

Il sentiero per il Belvedere prosegue inizialmente lungo la pista da sci,

per poi addentrarsi nel bosco tra la pista stessa e il tracciato della seggiovia, addolcendo la pendenza con alcuni tornanti

Giunti alla sommità di questo primo tratto, si attraversa la pista da sci per giungere al Rifugio Saronno, ed al suo stupendo pianoro.

Il sentiero prosegue nel bosco, sulla destra del rifugio

sale nel bosco per un breve tratto, sempre ben segnalato

per raggiungere dopo pochi minuti il Belvedere.

ed i suoi due rifugi “dei Ghiacciai” e “Wengwald Hutte”.

Da qui, salendo sulla destra si può ammirare il ramo di destra del ghiacciaio e la grande distesa degli alpeggi appartenenti all’oasi naturalistica, mentre percorrendo per pochi metri il sentiero in direzione Zamboni (reportage QUI), ben indicato dai cartelli,

si giunge allo spettacolare punto di osservazione sul ghiacciaio e sull’anfiteatro dominato dalla parete est del Monte Rosa, e completato sulla sinistra dalla punta Tre Amici, dalla Grober e dal Pizzo Bianco, e sulla destra dal piccolo e gran Fillar, dalla Torre di Castelfranco e dalla Cima Jazzi.

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