da borca99 » mar feb 23, 2016 6:55 pm
Da La Stampa
Poca neve sulle piste da sci, i sindaci vogliono lo stato di calamità
Varzo capofila di questa battaglia: “Danni ingenti a tutta l’economia”
francesca zani
VARZO
Da poche settimane gli impianti sciistici del Vco sono quasi tutti in funzione, solo l’alpe Devero non è riuscito ancora a dare il via alla stagione. La neve dei giorni scorsi però - anche se ha garantito le aperture - non è sufficiente per scongiurare bilanci che chiuderanno in rosso. Aver perso clienti nel periodo di Natale e a gennaio ha messo in ginocchio molte stazioni e per questo quasi tutti i Comuni dove si trovano impianti di risalita chiedono lo stato di calamità naturale (e relativo rimborso) allo Stato e alla Regione.
A fare da apripista è Varzo, dove la giunta nei giorni scorsi ha approvato la delibera in cui si chiede l’«individuazione di interventi specifici». «Ho ritenuto giusto prendere questa decisione per lanciare un segnale forte: la perdita della stagione invernale implica anche un forte calo del turismo che riguarda tutte le attività» dice Bruno Stefanetti, sindaco di Varzo, comune dove si trova il comprensorio di San Domenico. «Si parla di una perdita del 60 per cento - spiega il gestore di San Domenico Ski Andrea Malagoni -. Siamo riusciti a mettere in funzione tutti gli impianti il 12 febbraio e abbiamo avuto un 80 per cento di disdette per quanto riguarda prenotazioni negli alberghi che erano già fissate da mesi».
Domodossola seguirà in questi giorni la linea di Varzo, anche se, segnala con un cauto ottimismo Roberta Rolandi di Domobianca, «la situazione è particolare, perché, nonostante l’apertura il 17 gennaio, lavorando tutti i giorni, forse è possibile una ripresa». L’unica stazione nel Vco che non ha ancora aperto nemmeno un giorno è all’alpe Devero e i turisti «raggiungono la meta turistica per ciaspolare e praticare escursioni, obbligando così chi lavora a ragionare in termini di vera e propria riconversione - spiega il sindaco di Baceno Stefano Costa -. L’amministrazione ha comunque compiuto notevoli sforzi per liberare in tempi record la strada bloccata dalla frana nei giorni scorsi».
«Malissimo a S.Michele»
«Da due anni la stagione va malissimo - aggiunge Egidio Valci della pista per il fondo di San Michele in Formazza -. Si parla di un 50 per cento in meno rispetto all’anno scorso, circa 30 mila euro di perdita, irrecuperabili ormai anche se dovesse cambiare il meteo».
Situazione analoga e perdite di circa 20 mila euro a Riale, dove il danno «riguarda in più il noleggio ciaspole che è in forte calo» dice Gianluca Barp. Non poche difficoltà a partire hanno avuto anche gli impianti di risalita di Valdo e Sagersboden: e per questo motivo il sindaco di Formazza Bruna Papa appoggia la causa.
La situazione sul Rosa
A Macugnaga si sta valutando la situazione, perché il comprensorio del Belvedere, nonostante «forti spese» per l’innevamento artificiale, funziona; mentre al Monte Moro continua a essere aperto solo lo skilift San Pietro. In valle Vigezzo il «dramma» chiusura riguarda la Piana di Vigezzo, nel comune di Craveggia, e il Centro del fondo di Santa Maria Maggiore dove è innevato solo un chilometro di anello. La Baitina di Druogno in questo contesto risulta «un’isola felice» perché ha una pista aperta. Si uniscono alla battaglia il comune di Premeno dove si trova la stazione di Pian di Sole e stanno valutando il da farsi a Stresa per il Mottarone.
Eccezione ad Antrona
Diversa infine la questione a Cheggio in valle Antrona, unico comune a non prendere in considerazione lo stato di calamità, perché «la pista è comunale e ha dei costi solo se l’impianto gira», spiega il vice sindaco Marcello Valterio.
I Comuni stanno deliberando in questi giorni e sperano in una risposta in tempi brevi, perché, dicono tra le righe tutti gli amministratori, il meteo ha inflitto un duro colpo non solo alle piste, ma anche alle attività collaterali.